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Pane, un tesoro antichissimo

Postato il 9 June 2015 da Elide Messineo
David Bedu: "Per fare il pane ci vuole poesia"
Il pane viene dato per scontato ma è l’accompagnamento principale di ogni nostro pasto. Oggi ne esistono tantissime varianti, il pane si presta a molteplici ricette ed è nato in tempi antichissimi (fin dal paleolitico), evolvendosi grazie alla scoperta della fermentazione da parte degli egiziani.

A seconda dell’area geografica in cui viene prodotto, il pane ha determinate caratteristiche (mais in Sud America, segale nel Nord europa, riso in Asia). Quella della panificazione è una vera e propria arte che richiede pazienza e passione, anche perché esistono diversi metodi di preparazione, lievitazione, formatura e cottura del pane.

Soltanto in Italia ne esistono tantissimi tipi, preparati in modo diverso a seconda della regione. Tanto per fare qualche esempio, basta pensare al casatiello napoletano, le crescentine emiliane, la coppia ferrarese o le piadine, le friselle, la focaccia genovese, il grissino torinese, i taralli, il pane di Altamura, il carasau, le michette e le ciabatte.

In Toscana il pane è senza sale, detto anche “sciocco“. Ne parla già Dante nella Divina Commedia, quindi le sue origini sono molto lontane. Secondo a leggenda tutto è nato nel 1100 dalla storica rivalità tra Pisa e Firenze. Pisa bloccò i rifornimenti di sale e Firenze pur di non arrendersi, decise di produrre il pane senza usare il sale. C’è chi dice invece che il pane toscano sia privo di sale perché viene accostato a sapori molto forti, quelli dei salumi, che vanno messi in risalto.

In Germania, a Ulm, esiste addirittura un museo interamente dedicato al pane che, come la pizza e molti altri cibi, detiene anche il suo record nel Guinness dei primati. Un chilometro di pane, realizzato a Ragusa da 18 fornai con 1300 kg di farina, 150 litri d’olio, 40 chili di formaggio, 2 chili di origano e 17 di sale, in Sicilia nessuno ne ha bloccato i rifornimenti!

Un altro tipo di pane molto apprezzato e conosciuto in tutto il mondo è la baguette francese, che in realtà non è nata in Francia. Si è diffusa soprattutto nei primi del Novecento arrivando direttamente da Vienna, ma nel corso degli anni è diventata un vero e proprio simbolo della Francia, ogni boulangerie le produce. Nel 1830 il pain viennois si era finalmente affermato anche nel mondo dei lavoratori, non rimanendo più vincolato all’ambiente aristocratico. Fino ad allora il pane era considerato un bene prezioso, perfino per gli egiziani era simbolo di ricchezza. Basti pensare che nel corso della storia il pane ha avuto un notevole impatto a livello politico, non solamente per il suo valore simbolico. Celebre è l’affermazione attribuita a Maria Antonietta “Se non hanno pane, allora mangeranno brioches” ed è impossibile non pensare alle Cinque giornate di Milano raccontate anche ne “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, in cui si assiste all’assalto dei forni da parte della popolazione stanca e sopraffatta dai potenti.

Quello sul pane è un argomento che richiede molti approfondimenti perché questo cibo ormai così scontato e sempre presente sulla nostra tavola, ha una molto da raccontare, svela fatti storici rilevanti e abitudini sociali, la condivisione in primis.

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