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Emna Neifar racconta Cortilia, il mercato agricolo online ora ha un negozio fisico a Torino

Postato il 15 July 2019 da Elide Messineo
Emna Neifar racconta Cortilia, il mercato agricolo online ora ha un negozio fisico a Torino
Cortilia è nato come un mercato agricolo online, una scommessa coraggiosa che si è rivelata vincente. Fare shopping online ormai è un’abitudine consolidata ma la percezione cambia quando gli acquisti riguardano cibo. Frutta e verdura freschi non sono scarpe o accessori tecnologici, ma l’idea di Marco Porcaro si è rivelata una formula grazie alla quale, ogni giorno, il lavoro di produttori sparsi su tutto il territorio italiano viene valorizzato. Lo scorso aprile Cortilia ha aperto il suo negozio fisico all’interno del Mercato Centrale Torino.

“Cortilia è nata nel 2012 dalla passione di Marco Porcaro per il cibo e la tecnologia” ha raccontato Emna Neifar, direttore commerciale, “da Milano ci siamo espansi ad altre zone geografiche, fino ad arrivare a Torino, città sulla quale abbiamo deciso di scommettere fin dall’inizio per due motivi ben precisi. Da una parte per la produzione agricola, poiché il Piemonte è ricco di specialità; dall’altra per la tradizione culinaria, ricca di piatti iconici. È una regione che si distingue anche dal punto di vista dell’incredibile varietà delle specialità territoriali, ci sono prodotti che non si troverebbero andando da un posto all’altro, anche solo spostandosi di pochi chilometri”.

Emna racconta dei tratti che accomunano Cortilia e il Mercato Centrale: “Quando è emersa quest’opportunità, quello che abbiamo apprezzato è stato lo spirito del progetto. Siamo allineati, infatti, sull’idea di selezione di materie prime d’eccellenza, prodotti semplici e poco trasformati, oltre che un’idea di ristorazione facile e accessibile. Siamo arrivati qui con l’idea di sperimentare un canale nuovo, per la prima volta offline, ma anche un nuovo mestiere. Da retailer, ci siamo tuffati nel mondo della ristorazione”.

Un tuffo carico di gusto, che prevede un’offerta di “bowl del contadino”, un’alternativa salutare per chi è attento ad uno stile di vita equilibrato: “dietro ogni preparazione c’è una ricerca dal punto di vista nutrizionale e gustativo per valorizzare ingredienti semplici e genuini”.

La selezione dei prodotti

L’offerta di Cortilia spazia da prodotti conosciuti su scala nazionale a specialità locali. Emna Neifar spiega: “Manteniamo sempre una certa attenzione sulle eccellenze nazionali. Abbiamo, per esempio, la pasta di Gragnano, il prosciutto di Parma, il pistacchio di Bronte e il basilico di Pra’. Da ogni regione abbiamo preso il meglio, delle chicche nazionali che si uniscono ai prodotti del territorio piemontese. Dalle fragole di Pinerolo alle nocciole delle Langhe e il tartufo d’Alba, la pasta da Bossolasco e Nebbiolo e Barolo di Simone Scaletta”.

Cortilia si evolve ed esplora la multicanalità e, come abbiamo già detto, l’idea di portare un mercato agricolo online non era così scontata. “È una sfida non indifferente” racconta Emna “se si pensa che il mondo dell’alimentare è legato alla sensorialità. Quando compri guardi, assapori, tocchi e annusi quello che vuoi acquistare, comprare i prodotti guardandoli sullo schermo non è così semplice. I nostri clienti ci danno fiducia e scelgono i nostri prodotti scoprendo come nascono, chi li fa. L’incontro con Mercato Centrale ci ha permesso di portare tutto questo anche offline”.

Parliamo di Emna, che svolge un lavoro che suscita un po’ d’invidia. La selezione dei prodotti, infatti, prevede anche la fase degli assaggi. “Il team acquisti, di cui mi occupo, ha a che fare per la maggior parte del tempo con il cibo, c’è sempre qualcosa da assaggiare. Giriamo spesso e ci fermiamo in tutti i posti in cui pensiamo di scoprire prodotti nuovi”.

Emna si è formata in una business school, da Parigi è arrivata a Milano e adesso, seguendo l’evoluzione di Cortilia, è arrivata a Torino, “la città più francese d’Italia. C’è una vicinanza culturale notevole, che si ritrova nella storia così come nell’architettura”.



Il primo bigliettino pescato suggerisce lo sport come argomento. Per Emna Neifar lo sport coincide spesso con il cibo ma anche con i momenti in cui si ricongiunge con la famiglia. “Ci piace l’e-bike e da quando sono a Torino la usiamo più spesso. Ne approfittiamo per trascorrere il fine settimana alla scoperta del territorio. Langhe, Barolo, Monferrato, sempre alla scoperta di posti nuovi, unendo l’attività fisica alla gastronomia”.

Se c’è un prodotto del territorio che ha colpito il palato di Emna è sicuramente la nocciola. “È incredibile ed è molto versatile, perfetta anche nelle preparazioni salate. Poi, ovviamente, c’è il tartufo. Conoscendolo più da vicino vengono fuori nuovi modi di presentarlo e mangiarlo, a seconda della tipologia e della stagione. Di recente ho scoperto l’Alta Langa, una buonissima bollicina che però non è troppo conosciuta fuori dal Piemonte. Quando assaggiamo qualcosa che ci entusiasma, vogliamo trasmettere la stessa cosa ai nostri clienti, per questo qui si trova anche l’Alta Langa. Insieme alla nocciola, secondo me, viene fuori una combo vincente”.

Il secondo bigliettino suggerisce: il sonno. Emna si divide tra la famiglia e il lavoro che, di fatto e per passione, non abbandona mai. Il sonno lascia spazio allo studio: “Se ci pensi, dovunque tu sia ti fermi a mangiare e ad osservare il comportamento degli altri. Nelle ore in cui non lavoro, studio molto la tecnologia, recentemente sono stata affascinata in particolare dal deep e machine learning. Mi piace capire le correlazioni tra comportamenti apparentemente scollegati tra loro. Il mondo del retail è bello perché combina più elementi: una parte socio-demografica che si unisce a quella comportamentale, una numerica, una tecnologica e poi tutta la parte sensoriale, gustativa, di conoscenza geografica, senza dimenticarsi la parte storica, oltre che le storie dei produttori”.

L’intervista a Emna Neifar si chiude con l’ultimo bigliettino, che chiede quale possa essere un ingrediente sottovalutato. “I fiori eduli, ingredienti spesso considerati decorativi ma che possono contribuire con dei sapori un po’ più originali. Secondo me sono ancora piuttosto sottovalutati i legumi, più che altro la loro versatilità. Sono prodotti validi sotto ogni punto di vista: sia per quanto riguarda le problematiche ecologiche degli allevamenti intensivi, sia per quanto riguarda la salute. Tradizionalmente sono considerati un prodotto molto povero, quasi un sottoprodotto. Invece si possono facilmente trasformare senza essere relegati al ruolo di ingrediente rustico, da usare solo per fare delle zuppe. Se combinati ad altri prodotti, possono dare vita a piatti molto buoni. Penso che si avrà lo shift culturale definitivo quando sarai considerato figo perché mangi i legumi!”.

Foto di Federica Di Giovanni